Nella concreta realtà operativa sono poche le aziende che pianificano la tesoreria quotidianamente o a intervalli infrannuali, in modo sistematico. Ciò avviene soprattutto all’interno delle realtà di piccole e medie dimensioni, generando dei meccanismi particolarmente rischiosi per l’economia peninsulare, il cui tessuto imprenditoriale è per lo più costituito da PMI.
In un contesto economico caratterizzato da turbolenze e insicurezze, che talvolta costringono le imprese a relazionarsi con mercati instabili e in continuo mutamento, la pianificazione finanziaria riveste oggi un ruolo cruciale.
L’attenzione attribuita ai flussi monetari si ripercuote direttamente o indirettamente su tutte le dinamiche aziendali. La liquidità, pertanto, deve essere rappresentata come il “carburante” necessario per mantenere l’azienda in vita. E’ altresì vero che prevedere gli andamenti futuri non è facile, ma in uno scenario economico piuttosto instabile come quello con cui si interfacciano oggi le aziende è assolutamente vitale oltre che imprescindibile farlo, per poter competere e sopravvivere sul mercato.
Con una pianificazione finanziaria è possibile rispondere alle domande che frequentemente ciascun impresa si pone, e cioè:
Qual è il cliente più affidabile e, viceversa il meno affidabile?
Qual è il fornitore che provoca maggiore “stress” finanziario?
Quanto fido si può concedere al fornitore x?
La liquidità disponibile è sufficiente per provvedere al pagamento degli stipendi, dei debiti commerciali e finanziari, delle imposte alle preordinate scadenze?
Alla luce di questi interrogativi piuttosto ricorrenti, si evince come il controllo della tesoreria debba essere integrato, sinergicamente e parallelamente, al più ampio controllo di gestione in tutte le sue declinazioni temporali, e quindi non solo mediante un mero controllo a consuntivo ma anche con una previsione ex ante. Le aziende pertanto, dovrebbero provvedere a sviluppare al loro interno una cultura manageriale di base sempre più ampia flessibile, che non si focalizzi esclusivamente sull’aumento del fatturato o sulla riduzione dei costi, ma altresì su un sistema di pianificazione e controllo dei flussi di cassa. In tal senso le aziende dovrebbero acquisire una maggiore consapevolezza finanziaria, ovvero conoscere le proprie disponibilità finanziarie, le operazioni di gestione da cui promanano e gli impegni finanziari assunti.
Tuttavia, per le imprese che presentano un andamento negativo della performance reddituale, un elevato indebitamento e un rischio di insolvenza e di liquidità elevato e in costante aumento diviene imprescindibile impostare una pianificazione day by day, o quantomeno settimanale. Pragmaticamente la tesoreria può essere pianificata implementando appositi software offerti dal mercato, oppure attraverso semplici fogli Excel. Fermo restando che la periodicità attraverso cui sviluppare le attività di pianificazione e monitoraggio dipende dal business esercitato e dalle caratteristiche dell’azienda. Non esistono modelli standardizzati per il controllo di gestione, e tanto meno per il controllo della liquidità. Ogni azienda svolge un particolare business, presenta un certo modello organizzativo e persegue una propria strategia: in altre parole ogni azienda è unica e si differenzia da qualunque altra.
Pertanto, il modello per la gestione della liquidità deve essere sviluppato seguendo una logica sartoriale, ovvero “su misura”, in base alle specifiche caratteristiche ed esigenze della realtà aziendale.