Business Plan per le start-up: pianificazione o comunicazione?

    • fiscoebilancio
    • 16 November, 2016
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    Il business plan è uno strumento imprescindibile per la nascita di una start-up.  Non è solo un mezzo di pianificazione e di verifica di fattibilità ma è il principale veicolo di comunicazione fra i promotori e la business community che dovrebbe supportare l’iniziativa imprenditoriale.

    È pertanto importante che il documento contenga tutte quelle informazioni necessarie ai potenziali investitori a cogliere compiutamente le peculiarità del progetto di impresa.

    Un aspetto essenziale da considerare nella stesura del business plan riguarda le caratteristiche dell’interlocutore che lo riceverà. Non tutti gli investitori hanno gli stessi  obiettivi o le stesse prerogative, di conseguenza non tutti necessitano delle stesse informazioni. Dunque assume una  rilevanza fondamentale differenziare il contenuto del documento in base alla tipologia di destinatario dello stesso.

    Nel caso di investitori istituzionali sarà importante soffermarsi su:

    Previsione dei ricavi;
    Fabbisogni finanziari;
    Simulazioni di diversi scenari economici.

    Il  primo passo indispensabile per la realizzazione di un piano credibile è l’effettuazione di un’analisi di benchmarking per stimare , con un accettabile grado di precisione,  il reale valore del mercato di riferimento. Sulla base di ciò sviluppare le previsioni di vendita moltiplicando i prezzi che si intendono applicare per i volumi di vendita previsti. Siffatta analisi va segmentata per linea di prodotto, tipologia cliente e area geografica.

    In tale valutazione riveste un ruolo essenziale la scelta dei canali di vendita, ciascuno dei quali, avendo costi e modalità di incasso differenti, impatterà in diversa misura sui margini e sui fabbisogni finanziari dell’impresa.

    Relativamente a questi ultimi, una problematica che si riscontra spesso nella redazione dei business plan è la stima del timing dei fabbisogni di liquidità. Una start-up, affinché il suo piano sia ben studiato e credibile, deve effettuare una pianificazione su base mensile per i primi diciotto mesi di attività.

    Da non sottovalutare, dal punto di vista finanziario, sono gli effetti dell’IVA, soprattutto in quelle iniziative che prevedono un elevato importo di investimenti, a maggior ragione se concentrato in un limitato lasso temporale.

    Per quanto riguarda i possibili scenari di natura economica che l’impresa potrà affrontare, risulta di particolare importanza, sottoporre all’attenzione degli investitori istituzionali un documento che illustri almeno tre casistiche differenti:

    1. Base Case → lo scenario più probabile;
    2. Best Case → nel caso di risposta, da parte del mercato, particolarmente favorevole;
    3. Low Case → la simulazione di uno scenario altamente critico che aiuti gli interlocutori a comprendere quanto tale ipotesi pessimistica si discosti da quella base e quanto sia probabile o meno.

    In conclusione, ci preme sottolineare come gli aspetti sopra elencati, inerenti il contenuto del piano, debbano essere fondati su studi minuziosi e dati attendibili, in modo tale da costruire un rapporto di fiducia con i principali destinatari del business plan.

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